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Trento, 24 novembre 2021
PERSONE SENZA FISSA DIMORA: COME INTENDE INTERVENIRE LA PROVINCIA PER GARANTIRE UN RIPARO PER L’ INVERNO?
Interrogazione a risposta scritta presentata da Lucia Coppola
consigliera provinciale/regionale Gruppo Misto/Europa Verde

Il 21 marzo scorso ho scritto una lettera aperta al Presidente della Provincia di Trento, al Sindaco, alle assessore Segnana e Maule e al Vescovo di Trento per sollevare il problema dei senza setto. Nella lettera ho chiesto di non attendere il prossimo autunno/inverno per dare risposte che non potranno che essere emergenziali a un problema strutturale che riguarda persone fragili e necessita invece di risposte compiute e stabili nel tempo.

Ogni anno, a novembre, parte la programmazione invernale dei servizi di bassa soglia per le persone che non hanno una fissa dimora e che vede l'impegno generoso di molte realtà del terzo settore. Ma nonostante ciò tante, troppe persone rimangono per strada. La problematica dei senza tetto non si risolve certo offrendo un riparo solo per l'inverno, e non a tutti purtroppo. Le istituzioni e la politica devono dare una risposta definitiva senza delegare agli enormi sforzi del volontariato, spesso impotenti per quanto riguarda il reperimento delle strutture e dei fondi per farle funzionare. Occorre passare da soluzioni tampone a piani reali e strutturati. A fronte di un patrimonio edilizio, pubblico o privato non utilizzato, che consiste in strutture pubbliche dismesse, appartamenti sfitti da anni, interi edifici abbandonati, ci si chiede come sia possibile non trovare un alloggio per chi resta purtroppo a dormire all’addiaccio. Un patrimonio edilizio in mano alla Provincia, al Comune e agli enti religiosi.

Ora la stampa riferisce che ci sono 42 persone senza fissa dimora che si sono rivolte allo sportello unico per avere un letto e un pasto caldo, ma i dormitori della città sono tutti esauriti.

Pare inoltre che il dato numerico sia sottostimato e che siano circa un centinaio le persone che saranno costrette a dormire anche quest’inverno all’aperto.

I container alla residenza Fersina potrebbero ospitare una cinquantina di persone ma non si trova chi li gestisca. Trovare qualcuno a ridosso dell’inverno è difficile, bisognava muoversi prima.

Non si sa inoltre se i container saranno spostati a Piedicastello, nei pressi dell’Opera Bonomelli oppure rimarranno in via al Desert.

Appare francamente singolare che non possa occuparsi del problema la Protezione Civile visto che si stanno mobilitando anche per l’organizzazione di grandi concerti.

A fine gennaio la Diocesi di Trento, per volontà dell'Arcivescovo Lauro Tisi, aveva messo a disposizione la chiesa di San Massimiliano Kolbe a Trento Nord. L'aula liturgica è stata trasformata in un grande dormitorio, in grado di ospitare, anche nel rispetto delle norme di sicurezza anti-Covid, fino a quaranta posti letto.

Insomma siamo a ridosso dell’inverno, per la prossima settimana si attendono temperature rigide e nel civile Trentino ancora tante troppe persone non troveranno riparo al rigore dell’inverno. Tutto ciò a causa della disorganizzazione e della scarsa volontà di risolvere un problema che è urgente e ogni anno si ripresenta nella sua drammaticità.

Tutto ciò premesso

si interroga il presidente della Provincia di Trento per sapere:

1. se ritenga di poter garantire al più presto posti letto nei container sistemati all’esterno della Residenza Fersina;

2. se non ritenga utile incaricare la Protezione Civile a predisporre e gestire strutture idonee per affrontare l’emergenza;

3. se a fronte di un patrimonio edilizio, pubblico o privato non utilizzato, che consiste in strutture pubbliche dismesse, appartamenti sfitti da anni, interi edifici abbandonati non sia possibile trovare un alloggio per chi non ha un tetto dove ripararsi dai rigori dell’inverno;

4. se non ritenga prioritatio dare una risposta strutturale alla questione abitativa per gestire questa emergenza che purtroppo si ripresenta ogni anno e garantire dignità e protezione alle molte persone che non hanno una dimora e vivono in una situazione di disagio e precarietà.

 

      Lucia Coppola

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